In un mondo sempre più competitivo capita molto spesso che i bambini vengano spinti ad imparare a fare i conti e a leggere sin dall’asilo e troppo spesso viene sottovalutata l’importanza del gioco nell’apprendimento, concentrandoci maggiormente su quando e quanto velocemente i bambini devono imparare le tabelline o a scrivere in modo corretto.
I piccoli vengono introdotti sin dai primi anni dell’infanzia ad un approccio competitivo e sfidante che trasforma anche l’apprendimento in una gara a chi arriva primo, con inevitabili frustrazioni e difficoltà per chi ha tempi diversi dagli altri.

I bambini a 5 anni cominciano ad essere molto curiosi su tutto ciò che c’è scritto intorno a loro e fanno domande sui numeri: stimolarli ad imparare anche con il gioco significa aiutarli a coltivare le proprie curiosità senza che tutto ciò si trasformi in un obbligo o, peggio, in una competizione.

Esistono 5 diversi tipi di giochi che corrispondono ad altrettante capacità di apprendimento: gioco fisico, simbolico, con le regole, con oggetti e di finzione.

I bambini, ben prima di imparare a scrivere, creano e raccontano storie con i mattoncini e/o le costruzioni e ciò suggerisce che il gioco favorisce le loro abilità nella scrittura e nella narrazione e anche la capacità di cooperazione ed interazione.

Durante l’infanzia i bambini si misurano con diverse tipologie di gioco per sviluppare abilità cognitive, motorie e relazionali:

nel gioco di fantasia i bambini imparano ad usare l’immaginazione, ad interpretare ruoli sempre diversi, prefigurando situazioni differenti;

il gioco sociale aiuta i bambini a costruire legami, rapporti tra i pari e a comprendere l’importanza delle regole da rispettare nel vivere con gli altri;

il gioco motorio stimola la coordinazione e l’attenzione;

con il gioco costruttivo i bambini  “manipolano” la realtà realizzando con le loro mani, e grazie alle loro abilità pratiche, oggetti di vario tipo.

C’è un gioco, in particolare, un gioco costruttivo che accontenta il desiderio di scoperta e di divertimento e solletica l’ingegno: il gioco con i mattoncini.

Ai bambini piace, tendenzialmente, molto giocare con le costruzioni perché possono escogitare varie soluzioni per realizzare uno stesso oggetto, scatenare la creatività e tutta la fantasia.

Dai 4 agli 11 mesi, il giocare con i mattoncini è un gioco del tutto destrutturato, perché vengono lanciati nel vuoto e spostati continuamente; i bambini iniziano così a comprendere gradualmente il concetto di vuoto, il concetto di pieno, il concetto di spazio.

A partire dai 12 mesi, con il miglioramento della motricità fine, si passa ad utilizzare costruzioni sempre più dure, e seppur ancora maldestramente, il bambino costruisce, distrugge e ricostruisce imparando a governare la propria aggressività: dopo aver distrutto, decostruito, si può pazientemente ricostruire e ricominciare nuovamente, sperimentando nuove forme.

Intorno ai 3 anni, infine, il bambino raggiunge la capacità di strutturare il gioco; così può utilizzare costruzioni più piccole e creare forme ed oggetti sempre più complessi.

L’utilizzo dei mattoncini e delle costruzioni non è meramente, quindi, legato ad uno scopo ludico, ma esistono risvolti educativi di un certo rilievo che li “consacra” quali un utile supporto nel processo evolutivo dei piccoli.

Attraverso il gioco creativo dei mattoncini e le costruzioni i bambini acquisiscono i concetti di spazio, di proporzione e dimensione, concetti chiave per l’apprendimento di materie scolastiche come la geometria, matematica e il disegno. Anche la capacità di concentrazione si potenzia perché sperimentarsi nel maggior numero di soluzioni possibili necessita di attenzione che si esercita progressivamente nel tempo. Si affina la precisione per portare a termine la costruzione senza commettere errori dettati dall’approssimazione e dalla frettolosità di terminare. Anche la pazienza viene esercitata affinché si può ottenere l’oggetto desiderato. Infine, sin da piccoli, i bambini allenano la propria capacità di problem-solving, cercando soluzioni sempre diverse per raggiungere il risultato sperato.

A cura di Dott.ssa Raffaella Ruberto e Dott.ssa Paola Giacco